Gli Jazzi preclassici Laertini


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ueste costruzioni furono utilizzate nel territorio laertino, per ricoverare gli animali, in un periodo compreso tra l’inizio dell’Età del ferro (1200 a.C.) e il IV secolo a.C.
Si tratta di grandi ambienti quadrangolari formati da contrafforti lunghi circa undici metri, distanti quattro l’uno dall’altro, addossati alla penultima cinta muraria. Queste strutture confinano con un vasto ambiente circolare, formato da un muro a secco, al quale si accede attraverso una serie di grandi gradini, in uno dei quali sono visibili i segni dei cardini. Quest’ambiente, delimitato dall’ultimo perimetro di mura in opera poligonale, era la porta di accesso ad una serie di jazzi, recinti adibiti dalle popolazioni laertine, sin dalla notte dei tempi, alla custodia degli ovini e nei quali avveniva anche la conta degli animali.
Alcuni muri degli jazzi sono allineati esattamente verso i punti equinoziali e servivano quindi a determinare quando cadeva il momento di compiere la transumanza. Questa avveniva in due date importanti: dalle età più remote, fino ai tempi recenti, verso l’8 di settembre, un primo spostamento avveniva dall’Abruzzo e dal Sannio verso la Puglia e il nostro territorio: stazione dopo stazione, parte sul Tavoliere, parte nella Murgia pugliese meridionale e materana, parte nella marina ionica e lucana, gli armenti venivano spostati alla ricerca di pascoli fertili e luoghi di elezione; poi, verso il 28 marzo, rientrava nelle regioni di provenienza. La transumanza degli ovini avveniva, invece, su distanze molto minori così che  la comunità principale poteva vivere nello stesso villaggio tutto l’anno.
Ricerche archeologiche effettuate in jazzi protostorici nel territorio di Laterza (Monte S. Trinità, Lamia Renzullo, hinterland di Montecamplo) fanno presupporre l’esistenza nella zona di una grande organizzazione di questi ricoveri per animali. Queste ricerche evidenziarono l’importanza nell’antichità dell’allevamento degli animali in questo territorio, un’attività economica che collegava questo paese ad altre regioni italiane tramite ramificate arterie di tratturi e sentieri.