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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

STORIA...U' CUMMEND ...

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Addo ma sci a sciuquij'? ... Sus o Cummend Non tutti sanno che là dove noi giocavamo al pallone il sabato pomeriggio vi era una pineta, con tanto di sedili e ombra, con aria salubre ... e una Colonia... cosi' come di seguito riportato... Laterza Nel 1935 all'ex Convento dei Cappuccini fu piantata una Pineta. Diceva il Galli: "... Questo ridente poggio, su cui fu edificato il Convento scelto da quei grandi valetudinari, che erano i monaci, è salubre, poco lontano dall'abitato ed è vero posto di salute. La incuria degli Amministratori, che lo possedevano e la caducità del tempo lo avevano mal ridotto e sarebbe perito, se non si fosse abbattuto parte della fuga di celle a mezzogiorno e tutta quella ad oriente di esse e dei corridoi, non avesse costruito un tutto armonico per la formazione di una Colonia, che dalla Provincia qui convengono in due turni estivi a ritemprarsi con l'aria balsamica e gli esercizi ginnici, onde fornire la Patria di valide futu

Storia comunale dal 1963 - 1966

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... In quegli anni (1963-1966)   si cominciò a sviluppare a Laterza una nuova classe, quella dei coltivatori diretti, che ha portato uno sviluppo economico e sociale alla nostra città. Furono costruiti in quel periodo il palazzo Leogrande, in piazza Vittorio Emanuele ed iniziata la costruzione del rione S. Francesco che va da Piazza Saragat a Via della Grotta Giammaria. Si deliberò ed affidò l'appalto per la costruzione della scuola Media Dante in prefabbricati alla Ditta Pollice di Bari. (da Evoluzione sociale ed economica di E. Caputi)

IL LICEO SCIENTIFICO - LATERZA - LA STORIA

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La "storia" del Vico a Laterza: (di Giampiero De Meo) Il 1975 è l'anno dell'autonomia dal Battaglini di Taranto La storia (dal sito www.liceogbvico.gov.it/istituto-34/806-la-storia ) Il Liceo di Laterza inizia le attività didattiche nell’a.s. 1968/69 come sede distaccata del Liceo scientifico “Battaglini” di Taranto, quando il Preside dello stesso era il prof. M. Greco. Le attività iniziarono con la classe prima del corso A, dapprima nei locali di un appartamento condominiale e successivamente presso l’ala della scuola Elementare “A.Diaz”, in via Virgilio. Nell’a.s. 1971/ 72 iniziarono anche le attività del secondo corso, il corso B. 30 maggio 1994 Sindaco Difensore dell'Infanzia Laterza, Liceo Scientifico G.B. Vico (da Biblioteca Comunale Laterza) Nell’anno 1974- 75, considerato il crescente afflusso di studenti presso il locale Liceo, le autorità preposte, autorizzarono l’autonomia del Liceo di Laterza rispetto alla sede tarantina. In quella circos

Gli anni recenti - Le Scuole

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A Laterza  nella seconda metà del ‘900 vengono costruiti nuovi quartieri con fogna, acqua, luce e strade asfaltate;  .. e si edificano nuovi edifici scolastici:  il Marconi ,  il Manzoni/Michelangelo ,  la scuola media Dante ,  le scuole materne e cresce di conseguenza il grado di istruzione delle nuove generazioni.  Nel 1975 viene inaugurato il Liceo Scientifico Vico .  ...  successivamente il Liceo Artistico . Dopo la costruzione dell’Italsider di Taranto, agli inizi degli anni ‘60, moltissimi laertini vi hanno trovato lavoro con massiccio esodo dalle campagne e un ritorno di parte degli emigranti. Alle soglie del Terzo Millennio, tuttavia, alcuni problemi affliggono ancora il nostro paese come la disoccupazione, soprattutto giovanile, il problema della casa e dei servizi sociali.

Gli anni recenti - fino agli anni '60

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Nel 1935 sorse la colonia “23 marzo”, colonia balsamica per giovani sul Convento dei Cappuccini.  Nel 1939 si ebbe la bitumazione delle quattro strade principali del paese:  Via Dante congiunta alla Via per Matera, Via Roma congiunta alla Via per Castellaneta e Taranto, Via Cristoforo Colombo congiunta alla Via per Ginosa, e Corso Vittorio Emanuele.  Dopo la seconda Guerra Mondiale, che portò lutti e devastazione e l’occupazione nazista dei nostri territori, ricominciò l’opera di ricostruzione. Assieme alle attività da sempre sviluppate come l’allevamento di ovini, caprini e bovini e all’agricoltura, risorsero le attività artigianali e le piccole imprese. Ma a causa della crescente disoccupazione per l’aumento della popolazione, a cavallo degli anni ‘60, assistiamo ad un massiccio esodo delle nostre popolazioni: partirono in molti verso Milano, Torino, la Svizzera, il Belgio, la Germania, le Americhe, laertini che cercarono migliori condizioni di vita.

LATERZA ANNI '60 - Campo dei Missili

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Erano gli anni della "Guerra Fredda". A Laterza si parlava del "Campo dei Missili". "Campo dei Missili" era impropriamente chiamata la base logistica in quanto si vedevano dei missili in cemento.  La vera base dei missili dove erano armati tre missili Jupiter era a Montecamplo (Monte Santa Maria). A Gioia del Colle era istituito un armamento missilistico che aveva come gruppi quelli dislocati a Laterza, Mottola e in altri posti. Posizione di lancio LP-3, zona detta Seonale Quintano, distante 25 miglia da Gioia del Colle.  Operativa dal 1° ottobre 1960. Passata all'Aeronautica Militare il 14 aprile 1961. Superficie totale 18.188 mq. Zona riconsegnata ai proprietari a giugno del 1970.  Nelle immagini la postazione di lancio operativa  e due immagini scattate nel 1998 da dove si vede la Ready Room. Nei pressi di Laterza vi era invece la base logistica  alla via per Castellaneta avente una superficie di 31.314 mq  e riconsegnat

Il Convento Cappuccini - Chiesa Santa Maria degli Angeli

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“Il Convento Cappuccini - Chiesa Santa Maria degli Angeli - fuori le mura.  Fondato presumibilmente nel 1537 da P. Tullio da Potenza su di un precedente ospizio dei Cappuccini. In detto Convento vi erano 622 libri oggi dispersi che confluirono, dopo la soppressione del Convento avvenuta nel 1863, nella biblioteca del Convento di Castellaneta. Padre Tullio da Potenza fondatore del Convento Cappuccini Interno Chiesa Santa Maria degli Angeli Esterno Vi erano tra i 22 e i 25 frati. In detto Convento vi è la Chiesa Santa Maria degli Angeli. Nel 1935 sorse la colonia “23 marzo”, colonia balsamica per giovani sul Convento dei Cappuccini. Il Galli accenna ad un ospizio nella grotta esistente nelle vicinanze del bordo della gravina, una di queste grotte era dedicata a S.Maria degli Angeli” Tomba Marchesi di Laterza Ha due navate e fra gli Altari vi è quello di Santa Maria Maddalena degli ex Marchesi Perez Navarrete, dei quali vi è una tomba gentilizia e d

LATERZA - L'Edificio Scolastico...Diaz

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Ad ovviare lo sconcio di adibire a scuole case private prive di ogni elementare regola igienica e distaccate spesso le une dalle altre per insufficienza di aule, nel 1932 si costruì l'attuale Edificio Scolastico in Via Roma intitolato al Gen. Armando Diaz. L' Edificio, il cui prospetto è lungo m. 76 con due ali laterali, consta di due piani: il terraneo ed il primo, nei quali , diceva il Galli  "...in 22 aule sono distribuite le varie classi; al terraneo le maschili, al superiore le femminili con comode ritirate ed acqua corrente....". In questa foto vediamo  l'Edificio Scolastico Diaz dall'interno del suo ampio Cortile. Questa foto presenta delle curiosità che ci inteneriscono... e che si fanno ammirare... il passo spedito di un bambino Piazza Tahon de Ravel  Dove ora sorge la parrocchia S. Croce,  c'era una piazza con una fontana al centro  ma la cosa che pochi sanno è che  dove ora sorge il Bar di fronte al Diaz in Via Roma c'era una cap

LATERZA - LA PIAZZA COPERTA

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Il mercato fu costruito nel 1934 nella piazza antistante al Palazzo municipale; ha forma quadrata, è in cemento armato con due navate laterali, riunite e sormontante da una più piccola centrale, a mò di lucernario e sostenuto tutto da colonne; vi è pavimentazione in mattonelle; illuminazione elettrica e parecchi banchi per lo spaccio delle varie merci ed un piccolo sgabuzzino per vendita del pesce avente due banchi di marmi e rubinetti per acqua corrente.  Questo ritrovo per il mercato è utile, è comodo, perché segna il luogo di convegno dove il popolo può andare per fornirsi di quanto il mercato offre; però, ad onor del vero, è fuori posto e, quale non senso di ubicazione, Io si è costruito dove? Al limite estremo di tutto il paese nuovo e dove ogni giorno si abbatte il vecchio. A tale considerazione si potrebbe opporre il detto latino: quod abundat non vitiat;  è vero e vuoi significare: per ora vi è questo, fra non molto si costruirà un altro mercato coperto là, dove il ce

Gli anni recenti - il dopoguerra

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N el ‘900 con le due Guerre Mondiali e il periodo fascista Laterza subì delle profonde trasformazioni.  Furono edificate opere pubbliche e migliorate le condizioni di vita dei cittadini. Nel 1926 venne installata per la prima volta l’energia elettrica e costruite le strade consorziali del bosco Guardiola, Difesella, San Falco, Sierro Lo Monaco che valorizzarono le proprietà terriere prospicienti. Nel 1927 fu costruito il macello comunale, fu sistemata la Piazza Vittorio Emanuele, i giardini pubblici con la Fontana monumentale e soprattutto fu realizzato anche da noi l’Acquedotto Pugliese.  Il nostro territorio, ricco di acque sorgive, aveva però la necessità di un acquedotto che assicurasse acqua potabile e igienica a tutta la popolazione. Nel 1931 nel rione La Mesola fu creata una piazzetta.  Nel 1932 furono costruite le case popolari o case ricovero nel rione San Rocco. Nel 1932 vi fu la costruzione dell’Edificio Scolastico Diaz, l’ampliamento del Cimitero, fermo all

LATERZA, Anno 1927: IL MACELLO COMUNALE

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IL MACELLO COMUNALE diceva il Galli... Ad ovviare all'inveterato sconcio, che i beccai avevano di macellare gli animali da fornire carni nelle proprie botteghe, od in cortili o, come in antichità si usava, servirsi per tale bisogno di un diruto locale, dove ora è edificata l'ala di prolungamento del Municipio, fu costruito l'attuale macello, o mattatoio. Sebbene non sia quello tipico, che la legge sanitaria stabilisce, pure nella sua piccolezza è non solo utile, ma anche sufficiente per gli usi locali.  Ha stalle, deposito per animali bovini, ovini, da cortile e suini; ha reparti adatti e speciali per ogni specie di animali. Ha grotta scavata in tufo, che con la freschezza garantisce la buona conservazione delle carni fino al trasporto nello spaccio. Vi ha deposito di rifiuto, acqua abbondante, un carro speciale per trasporto carni ed un custode conserva la pulizia e l'efficienza del mattatoio ed il Veterinario condotto cura quotidianamente la verifica delle car

Lo Stemma di Laterza

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Lo Stemma è il Nostro e dobbiamo andarne fieri!! Fin dal Medioevo lo stemma fu quello attuale, senza la dicitura "Fideles Laertini". La pecora, esponente dell'industria armentizia, si dipinse nell'emblema araldico dell'Università di Laterza, con una piccola bandiera astata posta a destra di essa. Fu la Regina Giovanna II, che, per premiare i laertini della loro fedeltà verso di lei, il 18 novembre 1434 autorizzò l'aggiunta allo stemma della scritta “LAERTINI FIDELES”. Nel periodo feudale dei marchesi si aggiunse allo stemma una corona marchesale. (in foto lo "Stemma" all'interno del Santuario Mater Domini)

LATERZA - I SECOLI BUI

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N el 1500 Francesi e Spagnoli si contesero l’Italia meridionale; questa fu devastata e depredata. Quando Carlo V divenne imperatore, alle vessazioni spagnole, le nostre misere popolazioni videro aggiungersi anche il ritorno delle scorrerie dei turchi. In questi momenti di estremo pericolo la comunità di Laterza trovò rifugio, come altre volte in passato, nelle grotte di San Pietro. Particolarmente famose sono rimaste le scorrerie di Bassà Assan, rinnegato siciliano di nome Scipione Cicala, che nel 1594 devastò con le sue orde il nostro territorio. Tracce di tutto ciò sono nella dizione “ Lamia Saracina ” e nell’espressione popolare “ mamma li turchi ! ”. Durante il successivo periodo baronale, le nostre popolazioni erano spogliate sia dal Vicerè che dai Baroni, autorizzati ad ogni sorta di angheria contro le popolazioni.

I FEUDATARI E I MARCHESI DI LATERZA

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Durante i lunghi secoli medioevali, questi furono secondo il Galli i feudatari che si alternarono nel dominio delle nostre terre e delle loro zone di appartenenza: • I Longobardi, col Ducato di Benevento, del quale faceva parte Laterza VIII-IX secolo. • I Normanni, la infeudarono al Vescovo Arnoldo di Acerenza dal 1068 al 1078. - I Vescovi di Bari, Ursone, Elia ed altri dal 1078 al 1198. - I Loffredi dal 1101 al 1133. - Riccardo Logoteta dopo il 1133. - Gualtiero di Brienne dal 1198 al 1225. - Gli Svevi con Federico II nel 1189. - Ancora i Vescovi di Bari dal 1209 al 1250. - Manfredi di Svevia, 1266 - Angioini e Carlo d'Angiò, 1268 - Filippo di Tussiaco dal 1268 al 1292. • I Principi di Taranto dal 1292 al 1463: - Filippo I; - Sua moglie nel 1304 e poi sua figlia nel 1308; - suo fratello Luigi nel 1347; - Roberto, nipote di Luigi fino al 1364; - Filippo II fratello di Roberto dal 1364 al 1374; Francesco Del Balzo, marito di Margherita, sorella di Filippo II,

IL MEDIOEVO

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  Q uando nel 476 d.C. cadde l’Impero Romano i Barbari di Alarico e Genserico già scorrazzavano per l’Italia e le nostre contrade. La desolazione che essi apportavano fu causata dall’abbandono delle terre, dalle loro rapine, dalla rassegnazione delle popolazioni che subivano passivamente le invasioni di Bizantini, Eruli, Sciri, Rugi, Ostrogoti, Visigoti e Goti che presero Taranto e i territori circostanti nel 560. Nel 568 poi, scesero a conquistare le nostre terre i Longobardi che raggrupparono quest’area nel ducato di Benevento. Laterza appartenne al Vescovo di Acerenza. Dopo la caduta dell’Impero dei Franchi cominciarono a sorgere autonomie locali per le libertà delle future Università. Nell’827 i Saraceni dalla Sicilia invasero il meridione occupando Taranto e le nostre zone. Cacciati dalle Repubbliche Marinare, sbarcarono di nuovo da noi nell’863 ma, nell’880, l’Imperatore Basilio li sconfisse e cacciò dalle nostre terre. Questi però tornarono nel 927 e misero a ferro e

La Via Appia

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L a via Appia, regina viarum, fu tracciata su una rete stradale già esistente. La sua costruzione ebbe inizio nel 312 a.C., in pieno periodo romano, nel tratto che da Roma porta a Capua e, successivamente, da qui fino al porto di Brindisi. La necessità di raggiungere le aree meridionali per poi partire per la conquista del Medioriente e dell’Africa settentrionale, fece si che la via più antica d’Italia fosse oggetto di attenzioni per gli Imperatori che si avvicendarono alla guida dell’Impero Romano.  Avvenne così che, a tratti, questa via si allungasse fino ad arrivare a Brindisi, dove due colonne ne segnano il limite estremo. La via Appia fu più volte restaurata e abbellita, specie nel primo tratto, dove era fiancheggiata da magnifici monumenti funebri, resti dei quali sono visibili ancora oggi come la famosa tomba di Cecilia Metella. Fu solo nel II secolo d.C. che questa via fu realizzata pienamente nel territorio pugliese.

Montecamplo

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I l sito chiamato Montecamplo, cioè piccolo monte o Santa Maria Trinità, è costituito da un vasto complesso collinare a 412 mt. s.l.m. ed è attraversato da un importante rete viaria preistorica (Tratturi) che, partendo da Metaponto, per Ginosa e Laterza, proseguiva per Massafra disperdendosi poi sulle balze delle Murge. Montecamplo fu un importante centro fortificato e un rilevante centro abitato fin dalla Preistoria. Circondato da ben tre ordini successivi di cinte murarie, delle quali è possibile ancora oggi scorgerne numerosi resti, con tipica caratterizzazione di schemi Peuceti, fu un centro molto prospero nell’Epoca preclassica, prima dell’arrivo della colonizzazione greca e romana.

L’Età Magnogreca e Romana

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T ra ilVIII e il VII secolo a.C. si registra una trasformazione radicale del sistema insediativo delle nostre popolazioni. Prima dell’arrivo dei coloni spartani, il popolamento della nostra zona si concentra in alcuni insediamenti, analoghi al comprensorio salentino. Il nostro territorio fu occupato da coloni greci: il loro interesse si manifestò verso l’area a Nord-Ovest, ampia e ben irrigata dai corsi d’acqua come il Galaso, il Tara, il Patemisco, il Lenne e il Lato. Nella stessa area è documentata la rioccupazione con una cultura funeraria greca sovrapposta a quella indigena più antica. Fra il VII e il VI secolo a.C. si registra la crescita di abitati rurali concentrati su alture con ruolo strategico come nel sito di Montecamplo.

I Peuceti

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Quando nell’VII secolo a.C. inizia la colonizzazione greca, il territorio corrispondente all’attuale Puglia, era abitato da Japigi o Apuli suddivisi in Messapi al Sud, Dauni al Nord e Peuceti al centro (attuale provincia di Bari e zona Nord-occidentale della provincia di Taranto). Le fonti scritte antiche sono rare; vengono tramandate solo leggende sulle origini mitiche ed episodi in cui sono stati coinvolti greci e romani. I contatti con il mondo greco sono frequenti verso la fine del VII secolo e si intensificano nel VI sec. a.C. sia attraverso gli scali sull'Adriatico, sia attraverso la valle del Bradano. I Peuceti combattevano sotto il comando di un re; ma nulla è dato sapere sotto l'aspetto dell'organizzazione societaria. Nel cinquantennio centrale del V sec. a.C., e per tutta la prima metà del V secolo la Peucezia mostra una chiara ripresa ed uno sviluppo pacifico. Alla fine del III sec. a.C. l'intera area dei Peuceti subisce una forte decadenza dalla quale si

Gli Jazzi preclassici Laertini

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Q ueste costruzioni furono utilizzate nel territorio laertino, per ricoverare gli animali, in un periodo compreso tra l’inizio dell’Età del ferro (1200 a.C.) e il IV secolo a.C. Si tratta di grandi ambienti quadrangolari formati da contrafforti lunghi circa undici metri, distanti quattro l’uno dall’altro, addossati alla penultima cinta muraria. Queste strutture confinano con un vasto ambiente circolare, formato da un muro a secco, al quale si accede attraverso una serie di grandi gradini, in uno dei quali sono visibili i segni dei cardini. Quest’ambiente, delimitato dall’ultimo perimetro di mura in opera poligonale, era la porta di accesso ad una serie di jazzi, recinti adibiti dalle popolazioni laertine, sin dalla notte dei tempi, alla custodia degli ovini e nei quali avveniva anche la conta degli animali.

Principali Tratturi

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I nostri progenitori tracciarono il territorio sul quale abitavano con "strade" per facilitare le comunicazioni tra l'interno della penisola e il mare. Queste "strade" sono chiamate "tratturi" larghe fasce di terreno (lo studioso  Palasciano riferisce che essi erano larghi 60 passi napoletani, cioè 11 metri), con il compito appunto sin da epoche remote, di collegare gli insediamenti sparsi sulle Murge con i popoli della costa ionica e adriatica. La rete stradale pugliese composta dai tratturi era preesistente  a quella romana. Essi, nel corso del tempo, hanno avuto diverse funzioni di transumanza di animali e di itinerari.

Le Specchie, Monumenti Megalitici del Paleolitico

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G li archeologi chiamano col nome " specchie " i cumuli artificiali di pietre presenti nel nostro territorio, in forma di torri di vedetta o di monumenti sepolcrali e luoghi di culto, dal Latino " speculum ", cioè specchio: si tratta di cumuli artificiali di pietre a forma di grandi coni alti fino a 18 metri, circondati da un muro e racchiudenti “tombe a cassa” e corredo di tradizione appenninica mista a forme della prima Età del ferro. Essi sono considerati monumenti megalitici preistorici affini ai dolmen e ai menhir così frequenti nella nostra regione, testimonianza del Neolitico .

Tombe e Sepolture

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N egli scavi effettuati per le fondamenta della zona che va da Via Dante Alighieri a Via Cristoforo Colombo fu rinvenuta una necropoli dove si trovarono parecchie tombe e vasellami antichi appartenenti all'epoca della Magna Grecia e datate V e VI secolo a.C.  Tomba rinvenuta in Zona Fornaci 08/04/1981 Le tombe rinvenute erano in pile simmetriche con direzione da Ovest ad Est, e parallele fra loro. Fu trovata una tomba con uno scheletro di un guerriero, un'altra con quello di una donna, un'altra ancora con due scheletri seduti uno di fronte all'altro. Una sepoltura ad incinerazione fu localizzata in contrada Verdazzi, a Nord-Ovest del Santuario Mater Domini.

La Civiltà Eneolitica

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A Laterza, e nel suo vasto territorio, alla fine del III millennio a.C., si sviluppò la CiviltàEneolitica . Questa civiltà risale a gruppi di metallurgici e marinai che verso la fine del III millennio furono costretti ad emigrare dalle steppe Ponto-caucasiche verso l’Occidente, raggiungendo dopo l’Anatolia  e i Balcani, l’Italia Meridionale ove, nel territorio di Laterza, si accomunarono fra contesti economici, culturali e agricoli  indigeni. I “gruppi di Laterza”, si inserirono tra i villaggi rurali e si adattarono alle caratteristiche del nuovo territorio, ricchi di percorsi fluviali, di selvaggina e di anfratti nelle gravine,  elaborando un’economia ed una cultura autonoma senza dimenticare le tradizioni economico-culturali delle regioni di provenienza  caratterizzati da una metallurgia del rame (assente nel nostro territorio) e dall’adattamento economico cui furono costretti nelle regioni dell’Italia Sud-orientale, il cui territorio offriva solo l’occasione per l’elaboraz