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Visualizzazione dei post da dicembre, 2017

U SCARPAR' (IL CALZOLAIO)

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Anni '40-'50 ... L'arte non era difficile, né l'arredamento di una bottega era molto dispendioso. Un ripostiglio di due o tre mq., un martello, un trincetto (punteruolo), una lesina (coltello), alcune sagome per scarpe, un ago, lo spaghetto, un po' di pece erano sufficienti per aprire una bottega. Il mestiere si apprendeva fin da bambini. Dopo la chiusura delle scuole, infatti, le mamme mandavano i loro figli alla bottega per l'apprendimento di un mestiere e per evitare che con scorribande per le strade ghiaiose del paese rovinassero prima del tempo le scarpe . Il tirocinio durava parecchi anni dopo la scuola elementare. I ragazzi dovevano imparare prima a raddrizzare i chiodini recuperati dalla tomaia, ad appuntire lo spago con la setola di maiale o di cinghiale intrecciata, ad infilare il filo nella cruna, a passarvi la pece per renderlo più resistente, a tagliare il cuoio in modo preciso, a passare la carta vetrata per rendere il lavoro perfetto. Il mo

LE TRADIZIONI POPOLARI - Festività Religiose

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Laterza possiede grandi tradizioni religiose.  Nel corso dei secoli i nostri antenati hanno usato per il culto religioso prima le grotte naturali, poi chiese vere e proprie. Il nostro territorio è particolarmente ricco di grotte, le più famose sono quelle di San Pietro, con cunicoli lunghi alcuni chilometri. Secondo la tradizione pare vi abbia soggiornano San Pietro mentre si recava a Roma. In queste grotte i laertini si sono rifugiati nel corso dei secoli quando i pericoli si facevano più grandi. Lungo i 12 km della nostra Gravina ci sono numerose chiese rupestri (trenta): i monaci e la popolazione laertina vi svolgevano i culti religiosi.  La chiesa più antica di Laterza è l’Assunta (1112) ove viene festeggiata il 16 Luglio di ogni anno la Madonna del Carmine.  Nelle vicinanze vi è il Santuario Mater Domini dedicato alla Madonna, patrona di Laterza (una grande festa si svolge il 20 Maggio).  Altre festività sono quella dei Santi Medici (ultima domenica di S

Le tradizioni popolari - Riti e Superstizioni

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Le credenze relative all’esistenza di esseri visibili e invisibili come geni, demoni, spiriti capaci di influenzare in modo benefico e malefico il corso della vita degli uomini, le pratiche per utilizzare a proprio vantaggio le energie naturali, il bisogno di attribuire ad oggetti o raffigurazioni valore simbolico, sono tipiche forme di tradizioni degli antichi abitatori del territorio laertino. Lo stesso rito dei defunti presso le popolazioni Peucete, con le credenze religiose diffuse più di 2500 anni fa, prevedevano la sopravvivenza in una vita ultraterrena. Ciò si deduce dall’orientamento dei sepolcri in direzione Est-Ovest, in rapporto con il moto del sole dal sorgere al tramonto; la disposizione fetale dei defunti, adagiati nella terra come in un nuovo grembo materno, con il cerimoniale funerario con banchetti e libagioni (u’ quenze), iniziano alla vita ultraterrena. I nostri avi erano convinti del prolungamento della vita nell’oltretomba e disponevano un ricco corredo funerari

LA STORIA E LATERZA - PERSONAGGI LAERTINI

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Francesco Saverio Galli  ... Carbonaro... II 9 giugno 1815 Re Ferdinando ritornò a Napoli e la reazione divampò tremenda fin nei più piccoli paesi; La Carboneria, la Giovane Italia con le loro vendite invasero le nostre Regioni; molti condividevano i nuovi ideali, ma se ne astenevano dal manifestarli pubblicamente per timore che il Borbone con la sua lunga mano delle spie e del Clero, nella quasi totalità a lui devoto, soffocasse nel carcere o nel sangue le loro vite ed il patriottismo. A Laterza fu Francesco Saverio Galli Avvocato, Carbonaro militante, tanto che, tenuto d'occhio da qualche pezzo grosso laertino venduto al Borbone, fu designato ad esser soppresso. Di notte dei congiurati cercarono di ucciderlo nella sua stessa abitazione, ma avvisato a tempo da un suo fedele, scampò miracolosamente alla morte, nascondendosi nei molti nascondigli della cantina sottostante al suo palazzo. [...] egli godeva tanto la fiducia di Murat, che, quando dovè questi fuggire per

La cappelletta della Croce

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Piazza Thon de Ravel dove ora vi è la Chiesa di Santa Croce Alla cappelletta della Croce, sita nel locale dove ora vi è un bar di fronte all'Edificio Diaz, il 2 Maggio, si faceva una festa tra il religioso ed il profano. Voleva rappresentare l'inizio della primavera perché tutti i laertini uscivano per la prima volta,  dopo l'inverno, per passeggiare in Via Roma e di fronte al Diaz. La messa veniva celebrata la mattina in questo piccolo luogo sacro. La sera poi c'era la festa popolare con la "bassa musica" di Laterza che si esibiva, prima su un traino, e negli anni successivi su un rimorchio di un camion.  Mentre i cittadini passeggiavano la "bassa musica" suonava ed i musicanti venivano fatti ubriacare dall'organizzatore della festa. La festa della Croce, era quella organizzate da un fruttivendolo sito in Via Roma, noto col nome di Candiano (Candijn), che si recava ogni giorno con un carro caratteristico a vendere la frutta anche a Gin

Lotta tra Castellaneta e Laterza per il possesso del Candile

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E ora, o miei concittadini, mi accingo a malincuore a narrarvi un episodio della vita cittadina, che fa disonore alle due città sorelle, Laterza e Castellaneta, le quali furono in aspra lotta fra di loroper il possesso del Candile (o Cannile). Furono le beghe ed i livori campanilistici, che, soffiando nell'antico fuoco sempre accesso della delimitazione dei confini fra esse, divamparono in lotte vergognose e violenti con danno e scorno di amendue. Cannile - Antica Stazione di Posta Romana sulla Via Appia In altra parte della Storia di Laterza ho già riferito le accanite lotte fra Laterza e Castellaneta avvenute nel secolo XIV, quando cioè questa città, (Castellaneta) spalleggiata anche da Matera, pretendeva che quella non avesse suo proprio tenimento; anzi era edificata in quel di Matera, onde la strana, pretenzione che Castellaneta confinasse con Matera e Laterza nuìlum tenimentum ìiabeat. Innanzi a questa paradossale pretenzione, i nostri si ribellarono e diedero loro

L'ANTICA FONTANA

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(da: La Storia di Laterza di L. Galli) [...] Veramente dopo l'impianto della grande opera romana dell'Acquedotto Pugliese, l'antica, rinomata fontana di Laterza, vanto di questa ed invidia dei viciniori paesi pugliesi per la sua abbondanza, potabilità e freschezza, è passata in sottordine e quasi in non cale in confronto della qualità e ricchezza idrica fornita dall'acquedotto. Ma, per un autentico Laertino, sarebbe un imperdonabile peccato di ingratitudine, se non spendesse almeno due righi per ricordare ai posteri tale dono, che natura ci largì. Nessuna memoria antica per iscritto ci fa conoscere lo stato primitivo e naturale, come era la originaria fonte, cioè, prima che con la edificazione della locale fontana (1544) si fosse distrutta l'originale polla e se ne fosse captata l'acqua, che dalle fondamenta della Chiesa viene trasportata al bacino distributore. Certo è supponibile che i nostri antichissimi genitori trovarono la polla benefica fra rovi, sterpi

LATERZA NEL TEMPO (1959 - 1962)

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(da Evoluzione sociale ed economica di E. Caputi) ... Subentrò al sindaco Montrone, l'architetto Michele Giannico, esponente della Democrazia Cristiana provinciale ed amico di Mons. Mottolese Arcivescovo di Taranto. Era figlio di un coltivatore diretto laertino, maturato nell'ambiente cattolico di Taranto per cui riuscì ad avere finanziamenti per grosse opere a Laterza: il ponte sulla gravina, il completamento della rete fognante per l'intero paese, l'apertura al culto della chiesa S. Croce, la sostituzione dell' Obelisco originario della Fontana di Piazza Vittorio Emanuele.

LATERZA NEL TEMPO - ANNI (1997 -2001)

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(da Evoluzione sociale ed economica di E. Caputi) ... Seguì .... l'amministrazione Cassano (1997 -2001). Un'amministrazione di sinistra, che possiamo ben dire, ha saputo completare e portare a termine diversi programmi alcuni in itinere. Tali programmi furono:  l'adozione del piano regolatore generale, l'adozione del piano insediamento produttivo, l'avvio del risanamento del centro storico, la promozione dei prodotti tipici laertini con il marchio IGP. Grazie all'accordo raggiunto con i gestori i suddetti prodotti sono proposti in tutti i luoghi di ristoro, quindi è possibile, insieme alla carne al fornello, proporre pane, focacce, vini, prodotti caseari rigorosamente di produzione locale. L'antica arte maiolica con grande tradizioni laertine fu notevolmente valorizzata. Numerose furono le mostre ed i convegni di carattere nazionale. Le vie principali di Laterza furono abbellite sostituendo la tradizionale toponomastica con vere e propri

LATERZA NEL TEMPO (1980 - 1983)

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(da Evoluzione sociale ed economica di E. Caputi) ... Nel periodo 1980 - 1993 dopo le elezioni si susseguirono tre sindaci ed un commissario, data la instabilità delle maggioranze consigliari (vecchio sistema di elezioni): 1989 - 1990 P.A. Giannico Pietro, 1990 - 1991 Pontrelli Alessandro, 1992 il Dott. Di Lena Antonio Vito, 1993 il Commissario Genti-lucci Paolo. A questo periodo di amministrazioni confuse seguì l'amministrazione del Sindaco Dott. Di Lena Antonio Vito (1993 - 1997) con una lista civica, che si caratterizzò per la costruzione del nuovo campo sportivo, vicino alla chiesetta della Madonna delle Grazie. Ampliò e restaurò la scuola media Manzoni. Istituì l'istituto Artistico nel parco Avucchiara. Realizzò la fogna bianca a Piazzale Risorgimento, Via Aborigeni, Via S. Caterina. Inoltre, furono finanziati lavori di forestazione alla Selva S.Vito per circa un miliardo di lire. Una amministrazione che sostanzialmente operò bene e poteva andare avanti se non ci fos

Masseria Donna Rosa

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Esempio particolare di masseria a corte chiusa, presenta un portale costruito in asse con l'entrata della corte. Di suggestivo interesse architettonico è un locale quadrato posto a destra del portale dove si trova un enorme camino nel cui centro veniva acceso il fuoco per la lavorazione del latte. Nei manufatti di costruzione è presente il calcare cristallino.

Masseria il Candile

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Masseria il Candile a 339 m. s.l.m. lungo la vecchia via Appia, dove fungeva da punto di ristoro, una mansio romana, a pochi metri dalla fontana il candile , oggetto di storiche contese tra castellanetani e laertini. Si tratta di una villa-fortezza, che fu di proprietà dei Marchesi d'Azzia, con quattro torri con feritoie delle quali ne è rimasta solo una. Fu anche rifugio dei briganti locali. Notevoli ritrovamenti archeologici soprattutto di epoca  romana.

Masseria Cangiulli

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A 190 m. s.l.m. è ubicata la Masseria Cangiulli , tra la Gravina del Varco e la Gravina di Laterza; su due piani, con annessa chiesetta presenta un'ampia grotta scavata nel tufo e colombaio a forma di torre;  è disabitata. (aggiornamento: attualmente è stata ristrutturata e dovrebbe diventare la Sede del Parco delle Gravine.)

Masseria Scivolizzo

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La Masseria Scivolizzo è posta sull'omonima collina a 385 m. s.1.m. nel bosco Selva S. Vito; caratteristico lo jazzo grande recintato da muretto a secco che denota l'utilizzo per l'allevamento del bestiame.

Masseria Pantano

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Masseria Pantano, situata sulla S.S. 7 per Matera a 402 m. s.l.m., fu costruita intorno al 1850 da una nobile famiglia di proprietari terrieri; presenta tipologia a corte chiusa con ampio cortile e casa padronale al primo piano.

Masseria Lago d'Anice

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A 370 m. s.l.m., si trova la Masseria Lago d'Anice; costruita in un unico blocco ai piedi della collina di Montecamplo nei pressi di Lago d'Anice, una zona che oggi conserva secolari querce che testimoniano l'immenso bosco che ricopriva l'intera area.

Palazzo Gallo

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Costruito tra il XVI e il XVII secolo di fronte al Palazzo Marchesale, nel suo interno rispecchia molto la struttura dello stesso Palazzo Marchesale, quasi come se Giandomenico Gallo, amministratore del marchese Giuseppe d'Azzia, avesse voluto imitarlo. Sul portale, inciso nel ufo, è riprodotto il blasone di famiglia che rappresenta un gallo contornato da tre stelle, palme e galline. Attraverso l'atrio si accedeva ai servizi - cisterna, granaio, cantina, stalla, legnaia -. Il piano superiore è costituito da una decina di camere, mentre i locali del piano intermedio erano adibiti a dispensa e da qui si accedeva al terrazzo. Pare sia stato ristrutturato nel XVIII secolo.

Palazzo Dell'aquila

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Imponente costruzione situata in via Cavour è datato 1839. Fu realizzato accanto e sopra una preesistente fabbrica settecentesca della quale rimane la loggia che poggia su pennacchi decorati con palme al centro. Sulla facciata bugnata sporgono tre balconi del primo piano, le cui mensole poggiano su sostegni leggermente incavati; tra un sostegno e l'altro fanno bella mostra alcuni mascheroni antropomorfi. Dal grande portone si accede al piano superiore, percorrendo una maestosa scalinata balaustrata semicircolare in pietra viva, fiancheggiata da pareti affrescate.