I Peuceti


Quando nell’VII secolo a.C. inizia la colonizzazione greca, il territorio corrispondente all’attuale Puglia, era abitato da Japigi o Apuli suddivisi in Messapi al Sud, Dauni al Nord e Peuceti al centro (attuale provincia di Bari e zona Nord-occidentale della provincia di Taranto). Le fonti scritte antiche sono rare; vengono tramandate solo leggende sulle origini mitiche ed episodi in cui sono stati coinvolti greci e romani.
I contatti con il mondo greco sono frequenti verso la fine del VII secolo e si intensificano nel VI sec. a.C. sia attraverso gli scali sull'Adriatico, sia attraverso la valle del Bradano. I Peuceti combattevano sotto il comando di un re; ma nulla è dato sapere sotto l'aspetto dell'organizzazione societaria. Nel cinquantennio centrale del V sec. a.C., e per tutta la prima metà del V secolo la Peucezia mostra una chiara ripresa ed uno sviluppo pacifico. Alla fine del III sec. a.C. l'intera area dei Peuceti subisce una forte decadenza dalla quale si risolleverà sotto l'Impero romano. A seguito delle devastazioni annibaliche furono distrutti o abbandonati molti insediamenti, anche alcuni tra i più antichi e fiorenti.
A partire dall’Età del ferro, 1200 a.C. e più precisamente dal IX-VII secolo a.C., si era avviato un processo di differenziazione e stabilizzazione delle unità etniche dell’Italia antica cui l’influenza greca concorrerà in modo determinante ad accelerarne il processo attraverso la trasmissione di modelli di città, concetti del diritto pubblico, scrittura, edilizia e arte. Ma qual è l’origine del termine Peucezia? Secondo alcuni scrittori antichi il nome deriva da Peucezio, figlio di Licaone, mitico re degli Arcadi. Il mito forse era collegato alla migrazione dei popoli della Licaonia, regione dell’Asia Minore, verso la Puglia, a seguito di una terribile carestia. L’origine di questo termine appare più probabile essere la derivazione da Peuceide, cioè centauro, termine dispregiativo dato dai coloni della costa ionica ai loro vicini, a causa della loro ottima capacità nell’allevamento dei cavalli. Peuceo era il padre di Perimede e Drialo, esseri mitici per metà uomini e per metà cavalli. I Peuceti, infatti, come i vicini Messapi, risultano essere stati famosi allevatori di cavalli. Durante la rivolta servile in Puglia, fra il 185 e il 181 a.C., il magistrato mandato nel territorio di Taranto per sedare la rivolta, era così preoccupato della mobilità dei ribelli Peuceti, da promulgare subito una legge che vietava ai pastori del nostro territorio l’uso del cavallo nei loro spostamenti. Indipendentemente dal collegamento con l’origine del termine, è stato stabilito che i nostri padri Peuceti allevavano cavalli e che questa attività e la possibilità di venderli ai popoli limitrofi, greci prima e romani poi, fu determinante a livello economico: infatti, ad una prima florida attività commerciale collegata agli intensi impegni di guerra di Taranto, seguì successivamente una decadenza a seguito sia della modifica delle rotte commerciali sullo Ionio, che al ridimensionamento della potenza tarantina. Oltre ad essere degli ottimi allevatori i nostri antichi progenitori Peuceti, data la disponibilità delle terre circostanti, furono anche degli abili agricoltori. La produzione agricola, rappresentata principalmente dai cereali, serviva sia a coprire il fabbisogno del nucleo familiare, sia ancora a fornire risorse alimentari alla vicina Taranto, impegnata in conflitti bellici.