La Storia
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’abitato
di Laterza ha origini antichissime come attestano i reperti rinvenuti nella
necropoli di località “Candile”, risalenti all’Età del Bronzo (2000 a.C.) che
hanno permesso di individuare una cultura pugliese di Età Micenea a cui gli
studiosi hanno conferito la denominazione suggestiva di “Civiltà di Laterza”.
Ricco materiale archeologico, sia fittile che prezioso, risalente tanto alla
Civiltà Apula che a quella della Magnagrecia, è stato rinvenuto nel centro
abitato e nel territorio circostante (particolarmente nella zona di
Montecamplo, ove sono visibili i resti di un’intera cittadina e di una grande
necropoli svuotata dai “tombaroli” negli anni ‘60).
Laterza presenta quindi le
tracce di una stratificazione millenaria di civiltà. I primi segni
significativi di “cultura” sono attribuiti ai “Peuceti”, popolazione pugliese dedita alla produzione della
ceramica a decorazione geometrica, cultura rimasta in auge fino al “periodo Apulo”.
Ricchissimi risultano i
reperti dell’epoca magnogreca e dell’Età Romana, oggi custoditi nei Musei
archeologici di Taranto, Matera, Altamura, Metaponto, Bari e Collezioni
private.
L’antico abitato sorse, con
tutta probabilità, intorno all’anno 1000. Inizialmente fu parte integrante del
territorio di Matera; verso il 1200 il feudo laertino venne concesso
definitivamente dall’Imperatore Federico II ai prelati baresi. Successivamente
divenne parte integrante del Principato di Taranto e venne governato da vari
feudatari. Nel 1280 Laterza ed altri feudi limitrofi furono donati da Carlo
d’Angiò a Narjot de Taucy; questa famiglia governò il paese, nonostante le
contese con l’Arcivescovo di Bari, fino al 1294, anno in cui il Casale sarà
infeudato a Filippo d’Angiò, principe di Taranto. Probabilmente risale a questo
periodo la costruzione del Castello (Palazzo Marchesale), con portale datato
1393 e che subirà rimaneggiamenti sino ad assumere l’attuale aspetto.
Fiorentissima fu in questi
secoli l’industria armentizia laertina
che arrivò ad annoverare oltre quindicimila capi di bestiame, in particolare
ovini, ma anche caprini, bovini, equini, che beneficiavano dei ricchi pascoli
del territorio e che davano lana pregiata, pelli che venivano conciate in loco,
latte, formaggi e derivati, carni pregiatissime, rinomate in tutto il
circondario. A riprova di tutto ciò vi è lo stemma con l’effigie della pecora
sormontata dalla scritta “Laertini
fideles” conferito, appunto, nel 1434, dalla Regina di Napoli Giovanna II,
alla quale Laterza appartenne.
Dal XVI al XIX secolo a
Laterza venne praticata ininterrottamente l’arte
della maiolica; nel 1700 vi fu il periodo di massimo splendore
(D’Alessandro, Gallo, Collocola, Mela), quando questa attività costituì la
principale fonte di lavoro per la comunità, rendendo i suoi manufatti famosi e
richiesti in Italia e all’estero. Nel 1806 vengono aboliti i diritti feudali e la cittadina passa al
Regno borbonico; successivamente (1861) entrerà a far parte del Regno d’Italia.