LATERZA - I SECOLI BUI
Nel 1500 Francesi e Spagnoli si
contesero l’Italia meridionale; questa fu devastata e depredata. Quando Carlo V
divenne imperatore, alle vessazioni spagnole, le nostre misere popolazioni
videro aggiungersi anche il ritorno delle scorrerie dei turchi. In questi
momenti di estremo pericolo la comunità di Laterza trovò rifugio, come altre
volte in passato, nelle grotte di San Pietro.
Particolarmente famose sono rimaste le
scorrerie di Bassà Assan, rinnegato siciliano di nome Scipione Cicala, che nel
1594 devastò con le sue orde il nostro territorio. Tracce di tutto ciò sono
nella dizione “Lamia Saracina” e
nell’espressione popolare “mamma li
turchi !”. Durante il successivo periodo baronale, le nostre popolazioni
erano spogliate sia dal Vicerè che dai Baroni, autorizzati ad ogni sorta di
angheria contro le popolazioni.
Ogni manifestazione di vita cittadina era sotto
i loro artigli: piazza, assise, forni, portulania, magistratura, baglive
(giudice inferiore). In questo periodo Laterza sopportò delle “vessazioni” come la secolare lotta per
il demanio Murgia e le “gravezze” che
la nostra Università soffrì durante il periodo del possesso feudale dei
marchesi D’Azzia e Perez Navarrete, oltre alle lotte fra Laterza e Castellaneta
per il possesso del Cannile. Per circa tre secoli la dominazione spagnola
angariò le nostre terre e le nostre popolazioni. La Rivoluzione Francese
abbatté nel 1799 la feudalità: il 2 agosto del 1804 Giuseppe Napoleone abolì
tutti i privilegi feudali e costituì la Suprema Commissione Feudale di fronte
alla quale il nostro Comune presentò vari giudizi fra i quali la “divisione in massa”. La nostra
Università chiese ed ottenne il riconoscimento del diritto di possesso di
territori come: Fra Gennaro, Candeloro, Arbusto, Difeselle, Serro Logreco, Le
Mezzane, Le Matine, Le Reni ed altri diritti ancora come quelli di piazza,
cibaggio, scannaggio contro le rivendicazioni del Marchese.